Le imprese e le aziende, non solo del nostro territorio, hanno necessità di personale. Si fa fatica, si dice, a trovare qualcuno che abbia voglia di lavorare e non sempre la causa sembra essere una busta paga di importo basso.
Pullulano pertanto sulle vetrine dei negozi, sui bar, sui ristoranti cartelli che riportano le scritte, cercasi banconiera, cercasi ragazzo apprendista, cercasi panificatore e altri.
In tali annunci però si può ravvisare una discriminazione di carattere sessuale. Gli annunci di lavoro non devono specificare il sesso della persona che si richiede, ma solo la qualifica, si deve indicare la posizione che la persona ricercata deve ricoprire o le specifiche necessarie per intraprendere il lavoro che si sta offrendo.Leggo on line che le uniche eccezioni sono rappresentate dagli ambiti di lavoro che, per definizione, sono riservati a un pubblico maschile o, viceversa, femminile, e non sembra essere questo il caso. Banconiere, cameriere, commesso sono professioni che possono essere esercitate da appartenenti al genere maschile e femminile.
Chi dovrà assumere dovrebbe valutare i curricola in base alle qualifiche e non al sesso di chi o ha presentato. Solitamente questa discriminazione, più facile da incrociare nelle piccole aziende che nelle grandi dove è presente un responsabile per le risorse umane, parte in buona fede. Si presume che per quell’attività sia più utile una figura maschile o femminile e si cerca di scremare in partenza chi si presenta.
Ma non è solo il sesso un fattore discriminante, le discriminazioni possono essere razziali, o in base all’età.
Qualche anno fa l’Ispettorato del Lavoro di Vicenza è intervenuto su un annuncio di lavoro posto sulla vetrina di un negozio che senza mezzi termini discriminava le donne con carichi familiari, escludendole dalla ricerca di personale. L’esercizio commerciale è stato sanzionato, per violazione dell’articolo 27 del Codice Pari Opportunità.
Pertanto chi offre un lavoro lo faccia a 360° senza discriminare. La realtà è diversa da quanto si potrebbe pensare, e storie come queste ci incoraggiano a mantenere la fiducia nella società e nella bontà delle persone.
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