Lo scorso 3 novembre, un cacciatore ha sparato alcuni colpi di fucile verso una struttura specializzata in pet therapy a Montemezzo, nel vicentino.Gli spari hanno terrorizzato gli ospiti della struttura e i pallini hanno bersagliato la struttura, ferendo in modo non grave un’asinella.
La consigliera regionale di Europa Verde, Cristina Guarda, ha definito l’episodio esecrabile chiedendo alla regione Veneto di attuare il nuovo piano faunistico-venatorio con l’approvazione di un codice etico per i cacciatori intervenendo in quei comportamenti impropri come quello tenuto dal cacciatore che ha sparato all’asinella e che non è ancora stato identificato.
La consigliera si chiede se siano soggetti come questo quelli a cui si vuole affidare la caccia alla fauna selvatica nelle aree urbane abitate.
Episodi come quello descritto non sono isolati e chi vive nelle aree che hanno interesse venatorie non è raro che abbia paura.
Non sono sufficienti le norme attuali e neppure i corsi organizzati dalle associazioni venatorie ma serve caricare di maggiori responsabilità i cacciatori.
A riguardo è intervenuto anche l’intergruppo Tutela Animali che ricorda di aver presentato una mozione in cui sono descritte le misure ritenute necessarie al fine di evitare tali situazioni, a partire dal codice alfanumerico univoco che, posizionato in una pettorina, dovrebbe permettere di riconoscere il cacciatore ma anche la necessità di raddoppiare le distanze di sicurezza, il divieto di rinnovo del tesserino per chi causa incidenti violando le norme previste.
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