In sala Sergio De Antoni al Mercato Ittico questa mattina si è tenuto un incontro che ha visto come pubblico rappresentanti di varie categorie dell’ittico avente come scopo la proposta di un’apertura verso una nuova filiera alimentare. Presente anche una classe dell’Istituto Superiore per il Made in Italy di Padova.Dopo una veloce presentazione di Ercole Meta, coordinatore di ALPAA, Associazione Lavoratori Produttori Agroalimentari Ambientali, si è tenuto l’intervento di Aldino Padoan, direttore del Mercato Ittico all’Ingrosso che ha fatto notare come il settore della pesca stia vivendo un periodo non facile e sia in piena crisi.
Motivazione, il caro gasolio in pria linea ma non da meno la necessità di spostare il polo ittico e i cambiamenti del clima che hanno portato nuove specie invasive che, anche se commercializzabili, causano molti danni all’attività dei pescatori.
Mentre per il granchio blu, specie che sta decimando i granchi autoctoni, ha trovato una sua collocazione nel mercato, per altre specie che si stanno moltiplicando nelle nostre acque, una collocazione non è ancora stata trovata. Nello specifico si tratta delle meduse che nel mercato italiano non hanno ancora trovato una filiera, presente invece nel mercato orientale.
I problemi della pesca sono stati sviscerati anche nella presentazione fatta da Giosuè Mattei, segretario generale della FLAI CGIL che ha accennato alla proposta descritta questa mattina come di una prospettiva ardita e di una visione fuori dagli schemi.
Le meduse ora costituiscono una disgrazia per il mondo della pesca, il gioco di cui si è discusso è trasformare ciò in punto di forza, e non in un solo settore, ma in due, la cosmesi e l’alimentare. Una vera e propria sfida per il futuro, basata su un fondo scientifico.
La parola poi è passata al biologo marino, dott. Roberto Odorico, il cui discorso si è incentrato nel cercare come poter utilizzare le nuove specie invasive tra le quali si collocano le meduse. Anche il commercializzare le meduse si gioca nel rapporto tra la domanda e l'offerta e diventa necessario creare la domanda, La richiesta del prodotto c’è, arriva già in Italia importato dall’estero per il mercato cinese e filippino, bacino d’utenza attuale già esistente, ma che può trovare uno sbocco nel prodotto italiano.
L’intento è trasformare le meduse nel settore alimentare facendole diventare piatto della tradizione locale. Una sfida non semplice per tutta una serie di fattori. Sembra più facile approfondire il discorso sull’utilizzo delle meduse in ambito cosmetico, essendo, la medusa, ricca di collagene e di acido ialuronico.
Elio dall’Acqua, Vice presidente del consorzio armatori di Chioggia, ha voluto ricordare la situazione catastrofica che sta vivendo la pesca attualmente, succube delle norme europee, vittima di mucillaggine, di meduse, dell’acqua grossa in laguna, delle specie invasive. Persona pratica ha affermato che le parole lasciano il tempo che trovano e questa sfida, seppur interessante, sembra poco fattibile.
L’organizzazione di un'imbarcazione dovrebbe cambiare drasticamente; le procedure dettate dalla burocrazia darebbero il loro daffare.
Certo, le cifre di cui si è parlato sono interessanti ma da valutare attentamente. Al termine dell’intervento di Dall’Acqua si è passati alla fase assaggio. Una Pasticceria di Chioggia, la Scapinelli, per prima ha accettato la sfida, preparando tre guantiere di pasticcini realizzati con le meduse tra gli ingredienti.
Buoni, ha detto chi li ha assaggiati. Sicuramente frutto di un lavoro importante in quanto il prodotto iniziale, ha dovuto essere trattato in vari modi prima di poter essere trasformato in un pasticcino.
Senza nulla togliere a una presentazione interessante e inusuale viene spontaneo chiedersi se la trasformazione di una medusa in un cibo accattivante e appagante sia un processo economico o se la lavorazione necessaria per togliere dall’ingrediente le caratteristiche che lo contraddistinguono di sapore e di consistenza rendano il prodotto finale troppo costoso.
Probabilmente la pesca delle meduse per la loro applicazione in campo cosmetico potrebbe essere più interessante ma sarebbe da intavolare una discussione molto più dettagliata per verificarne la fattibilità.
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