Il prezzo dei carburanti non accenna a fermarsi anzi i listini hanno subito un’impennata a causa delle speculazioni legate alla guerra russo-ucraina.Fino al 5 ottobre resterà in vigore il taglio delle accise, ma, nonostante questo, gli aumenti sono all’ordine del giorno, anche per la decisione presa in Europa di rinunciare al petrolio russo.
Ieri i prezzi si aggiravano attorno all’1,74 al litro per la benzina, all’1.84 per il diesel entrambi in modalità self service.
Il metano ha superato i 2 euro al chilo con picchi di 3.99 e una differenza, tra due distributori nei pressi di 1.50 euro al chilo, 2.49 e 3.99.
La differenza di prezzo, talvolta apparentemente enorme tra il prezzo praticato da una catena e quello da un’altra, può dipendere anche dalla difficoltà di adeguamento del prezzo quello che sta spiazzando è l’aumento del metano, considerato fino ad ora il carburante economico per eccellenza. la materia prima ha triplicato il suo costo da inizio anno.
L’IVA sul metano è stata intanto abbassata e portata al 5% per dare un limite all’aumento.
In questo contesto si colloca il rientro in mare dei pescatori, i quali lunedì tornano a pescare, dopo il fermo pesca biologico. Il prezzo di un pieno può costare lacrime amare e influenzerà non poco sui ricavi. I pescatori di questo sono preoccupati.
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