Dal consiglio regionale si sono sollevate le voci di Alberto Villanova, Lega Liga Veneta e Vanessa Caimani, Partito democratico riguardanti il Reddito di Cittadinanza, voci che vedono la misura in modo praticamente opposto.Il consigliere della Lega vede il Reddito di Cittadinanza come una misura che ha portato a rifiutare impieghi per motivi futili facendo scomparire la necessità di lavorare, mentre la consigliera del Partito Democratico lo vede come un provvedimento che ha contribuito efficacemente a contrastare la povertà e a reinserire migliaia di persone nel mondo del lavoro e della società.
Chi può lavorare deve cercarsi un impiego e non vivere a spese dello Stato, le opportunità lavorative ci sono, afferma Villanova mentre Camani sostiene che si tratta di un’integrazione al reddito, soprattutto nei casi di precarietà o di apprendistato.
Villanova, il consigliere della Lega, ha evidenziato che il Reddito di Cittadinanza è concentrato principalmente in alcune aree del Paese, le stesse dove si registra anche una maggiore evasione fiscale facendo notare che in Veneto non ci sono state proteste contro la cancellazione del sussidio ed esortando il Governo a offrire opportunità di lavoro e misure di sostegno per i più deboli, ma senza accettare scuse o rinunce. Il lavoro va incentivato, conclude.
La Camani, consigliera del Partito Democratico, sostiene che il Reddito di Cittadinanza, se fosse stato correttamente implementato, avrebbe potuto essere uno strumento utile per proteggere e aiutare molte persone in difficoltà sociale, sottolineando che la nuova misura non è ancora partita e che le situazioni di fragilità finiranno a capo dei comuni.
Come leggiamo sul web, nel 2019 il PD ha sempre votato contro in Parlamento all’introduzione del reddito di cittadinanza, criticando in più occasioni il provvedimento. La proposta del PD era quella di potenziare il reddito di inclusione e di non mischiare la lotta contro la povertà con le politiche attive per il lavoro.
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