13/4/2023
Se fosse un essere umano, varrebbe la presunzione d’innocenza. E, invece, il destino dell’orso, presunto uccisore di Andrea Papi, il runner sbranato la settimana scorsa in Trentino, sembra essere stato deciso fin dal primo sentore della notizia: va abbattuto.Almeno questa è la posizione (e la richiesta) presentata dalle autorità locali al Governo. E non solo nei confronti dell’orso “cattivo”, ma pure per tutti gli esemplari della sua specie che risultino “in eccesso”.
Insomma, l’Uomo, dopo averli quasi sterminati e dopo averli salvati dall’estinzione, ora pensa nuovamente di eliminare questi “scomodi” vicini di casa. Se qualche decina o centinaia di anni fa servivano per la loro pelliccia o per la loro carne e chissenefrega se scompariranno tutti, oggi la motivazione è ancor più labile: bisogna ammazzarli perché son di troppo.
Di troppo rispetto a cosa? Rispetto alle esigenze di sicurezza territoriale dell’Uomo? O rispetto alle invasioni dei loro habitat da parte di sportivi o turisti faciloni? Su questi due atteggiamenti si è sviluppato un grande dibattito social che, da ultimo, ha coinvolto anche il presidente del Veneto Luca Zaia, il quale si è dichiarato contrario all’abbattimento, proponendo, invece, il trasferimento (previa cattura, ovviamente) dell’orso da qualche altra parte.
E il dibattito potrebbe allargarsi perché, se in Trentino c’è il problema orsi, in Veneto c’è il problema lupi, anche loro prima sterminati e poi reintrodotti nel territorio montano.
Ma se diciamo che la presenza di questi animali ha un valore, dal punto di vista ambientale ed ecologico, la soluzione più semplice non sarebbe lasciarli in pace? Gli animali non sono né buoni, né cattivi, ma reagiscono alle situazioni che si trovano davanti e che interpretano a modo loro (e, a ben vedere, è la stessa cosa che fanno gli uomini, con qualche mezzo di discernimento in più, se vogliamo) e l’idea di “punirli” per l’uccisione di qualcuno sembra voler intendere una sorta di “educazione” che non esiste: il prossimo orso che si sentirà minacciato da un estraneo umano, reagirà nello stesso modo, non si ricorderà di un “collega” che è stato abbattuto.
Tanto più che, a quanto risulta dal test del dna, chi ha sbranato il povero Papi è stata un’orsa femmina e il presunto colpevole, in realtà, è innocente da tutti i punti di vista.
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