lunedì 27 gennaio 2014
DOLO: CARABINIERI INTERVENGONO PER IMPEDIRE AD UNA DONNA DI GETTARSI NEL BRENTA MA....SI GETTA UN'ALTRA
--> Il giorno 26 gennaio 2014, vero le ore 01.20, la centrale operativa di Chioggia Sottomarina inviava la pattuglia automontata della Tenenza di Dolo in via Mazzini, di fronte la pizzeria “Al Cristo”, in quanto una donna minacciava di togliersi la vita, gettandosi nelle acque del Naviglio del Brenta. Mentre l’operatore della Centrale cercava telefonicamente di intrattenere la persona, evitando che si buttasse nelle acque del fiume, i militi si portavano repentinamente sul luogo indicato, avvistando la persona seduta su di una panchina fronte fiume. I Carabinieri, dunque, scendevano dal mezzo e si interponevano fisicamente tra la donna ed e l’alveo del fiume. Nel mentre gli operatori cercavano di intavolare una discussione con la donna, nel tentativo di dissuaderla dai suoi intenti suicidi, questi venivano avvicinati da un’altra ragazza che affermava d’avere problemi col fidanzato ubriaco, peraltro non presente. A questo punto, i Carabinieri riferivano alla donna di attendere, perché impegnati in altro delicato intervento, Spiegandole che l’avrebbero aiutata a risolvere le sue difficoltà appena fosse stato possibile. Nel frattempo, sopraggiungeva un uomo, che si presentava come il fidanzato di quest’ultima. Mentre i Carabinieri tranquillizzavano la prima ragazza, notavano i due fidanzati discutere animosamente, ma senza mai sfociare in aggressioni verbali o fisiche, tanto da non far presagire alcun atto estremo da parte dei contendenti. Ad un tratto, in maniera assolutamente inaspettata, la seconda donna, piantando in asso il suo fidanzato, si dirigeva verso il vicino letto del fiume, incedendo con passo veloce e senza alcun ripensamento, e si lanciava nelle acque del Naviglio del Brenta, lasciando inebetiti tutti gli astanti. Senza perdere un attimo, i militari formavano una sorta di catena umana, SUPERANDO a fatica la ripida sponda del fiume. Gli operanti riuscivano ad afferrare la mano della sventurata, evitando che questa annegasse e fosse risucchiata dalle acque. La ragazza veniva adagiata su di una panchina in posizione supina, le si sfilava la giacca bagnata e si cercava di riscaldare il suo corpo, coprendolo con le giacche a vento, per evitare l’ipotermia e IL SUCCESSIVO assideramento. Nel frattempo, venivano costantemente monitorati i parametri vitali, quali respiro, battito cardiaco e coscienza, sino all’arrivo del pronto intervento sanitario. Quindi, sopraggiunti i paramedici, la donna veniva caricata sull’autombulanza e trasportata presso il Pronto Soccorso del locale nosocomio per l’assistenza del caso. Alle ore 05.00 successive, il personale del pronto soccorso informava questo Comando che la donna, nelle prime ore in estremo pericolo di vita per ipotermia, era SALVA in quanto erano riusciti a far alzare la temperatura corporea.
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