In questi anni, soprattutto negli ultimi tempi, la Lega Nord ha sfruttato proprio questo aspetto popolare di partito vicino alla gente, vicino al popolo del Nord, raggiungendo consensi anche da ambienti che erano in mano alla sinistra: come non ricordare che nelle edicole di Marghera vicine al Petrolchimico la Padania vendesse più copie del Manifesto o l'Unità. Ora improvvisamente tutto questo consenso rischia di andare in fumo poichè proprio i paladini del popolo, coloro che si sono sempre definiti pronti a lottare per la propria gente non hanno fatto altro che rendersi protagonisti di comportamenti che non hanno tenuto conto delle origini della Lega. Il destino dei partiti di Massa sembra proprio quello di implodere al proprio interno. La Lega Nord, infatti, non sta facendo altro che ripercorrere in maniera dettagliata gli errori che hanno portato alla caduta inesorabile della sinistra. Ora dopo le dimissioni di Bossi nasceranno probabilmente più movimenti, più Leghe ciascuna con il proprio capo che cercheranno di rifondare un partito che non avrà più "un leader maximo", una figura che da sola riusciva a riempire ancora le piazze.
Tuttavia, al di là delle dimissioni di Bossi una domanda nasce spontanea, domanda alla quale i suoi successori avranno un grande imbarazzo a rispondere: Ma un partito che si è sempre fatto paladino dei più deboli, che ha lottato per la povera gente e che è nato come movimento popolare come può pensare di ritornare credibile dopo tutto quello che è successo? Maroni, Calderoli e compagnia bella con quale faccia pensano di presentarsi alle prossime elezioni? Ed il 5 -6 Maggio cosa diranno per chiedere ancora i voti al proprio elettorato? Torneranno a parlare del celodurismo, di Roma Ladrona o ad esibire magliette con lo scopo di difendere la cristianità in Europa? Vuoi vedere che questa volta il dito medio sarà alzato dagli elettori proprio verso coloro che li hanno traditi?
Franco Fabris
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